Viaggiare vuol dire non potersi mai legare a niente e a nessuno?
Ho cominciato a rileggere la prima pagina, anche se in realtà non sono sicura di averlo mai letto tutto.. è un libro di viaggi e una delle frasi scrive così :
" [...] decidere di viaggiare vuol dire comunque non potersi mai legare a niente e a nessuno. Ma io sono un viaggiatore. Non si può essere viaggiatori preoccupandosi ogni volta di costruire una casa nei posti dove ci si ferma, perchè quella casa sarà sempre una catapecchia neanche paragonabile ai castelli di chi i posti li abita da sempre, il viaggiatore trova la sua casa nel muoversi, la mobilità è il suo equilibrio, il muoversi è il suo modo di essere radicato."
Mi lascia un po' inquieta questa visione del viaggio...
Ma, non so, è l'unico modo per poterlo interpretare?