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31 maggio 2006

Viaggiare vuol dire non potersi mai legare a niente e a nessuno?

...ho ripreso in mano un libro che avevo comprato anni fa..
Ho cominciato a rileggere la prima pagina, anche se in realtà non sono sicura di averlo mai letto tutto.. è un libro di viaggi e una delle frasi scrive così :
" [...] decidere di viaggiare vuol dire comunque non potersi mai legare a niente e a nessuno. Ma io sono un viaggiatore. Non si può essere viaggiatori preoccupandosi ogni volta di costruire una casa nei posti dove ci si ferma, perchè quella casa sarà sempre una catapecchia neanche paragonabile ai castelli di chi i posti li abita da sempre, il viaggiatore trova la sua casa nel muoversi, la mobilità è il suo equilibrio, il muoversi è il suo modo di essere radicato."

Mi lascia un po' inquieta questa visione del viaggio...

Ma, non so, è l'unico modo per poterlo interpretare?

15 maggio 2006

La Città sul Monte: lo stesso viaggio ma sempre diverso..

Il viaggio che faccio più spesso durante l'anno è quello per andare alla Città sul Monte.. 2giorni,4giorni,6giorni.. dipende dal periodo dell'anno.. Però la Città sul Monte è davvero il posto in cui trascorro più tempo durante l'anno.. dopo casa mia..forse no, più di casa mia.
Tutto comincia con la telefonata di Cichin, la sera prima..mentre io sono alle prese con lo zaino, che ormai, si prepara da solo e che quindi mi permette di viaggiare con la mente e fremere per la partenza. Mi fa sempre un certo effetto pensare di andare su.. sebbene siano ormai 11 anni.
Il cuoricino accelera sempre allo stesso modo, nella speranza di trovare quelle persone che so che ci saranno, di meravigliarmi ed emozionarmi per quelle persone che non mi aspettavo ci fossero e di stupirmi, sorprendermi e compiacermi delle persone nuove che ogni volta ci sono.. Ogni viso che incontro è un vero è proprio viaggio tra le viuzze della mia vita..Ogni singolo mi ha regalato qualcosa, mi ricorda un momento, un'emozione fortissima, un pianto una risata.. un rilfessione profonda, una chiaccherata notturna infinita...
ma.. driin, "Fabiana, sono Cichin,ti dò l'elenco delle persone che devono salire sul pullman, mi raccomando controlla che ci siano tutti, le tappe sono..." Questa telefonata determina il fatto che mancano davvero poche ora e poi sarò lassù.. Ora, qualcuno di quelli che ci saranno, già lo so e aspetto..aspetto solo di vederli. Poi in poco tempo è già il giorno dopo, sono pronta con lo zaino e il pullman mi sta già aspettando in piazza.. è lui che aspetta me, perchè sono sempre in ritardo..:) salgo e qualcuno c'è già, sono quelli dei paese in cui ha fatto tappa prima..
E inizia il viaggio, quello vero e proprio, quello durante il quale vado su e giù per il corridoio del pullman(non si potrebbe!) perchè c'è talmente tanta gente con la quale vorrei parlare, che sale a ogni fermata.. e ogni volta è sempre diverso, qualcuno di nuovo, qualcuno di vecchio.. qualcuno che non vorrei proprio vedere, ma che l'atmosfera festosa e di gioia che si respira sul quel pullman, mi fa dimenticare il motivo per il quale non volevo vedere quel qualcuno e quindi mi fa piacere ugualmente ritrovarlo..E poi qualcuno che ho apsettato così tanto tempo che non riesco neanche a parlare per trasmettere la gioia del riincontrarlo.. Per questo il viaggio è sempre diverso, il motivo non è il posto, la strada, i pullman, ma le persone, solo loro determinano il clima, l'atmosfera, la magia..
Tutte quelle persone che ogni volta scelgono di intraprendere il viaggio isieme a me..

14 maggio 2006

Il cameriere che ci chiamava "Le
filles" ...del posto dove abbiamo mangiato, nella piazzetta degli artisti... Proprio quelli col basco da pittore che con pennelli e tavolozza ti chiamavano per un ritratto, una caricatura..










In un angolo, le sculture con le carote, le cipolle.. c'era rose, uccellini, pesci...




Un'altra cosa che mi affascina di Parigi sono i suoi tetti.. Misteriosi, chissà quante storie hanno visto, luci, atmosfere... si perchè i tetti di Parigi sono ricchi di finestre.. e poi a guardarli mi viene sempre in mente il cartone degli Aristogatti..













... ci sono ancora tante cose da raccontare, che mi legano a Parigi.. ma, nel frattempo voi... non avete una "vostra" città?

13 maggio 2006

La "mia" Parigi

Uno degli ultimi viaggi che ho fatto, grazie al quale mi è anche venuta la voglia di creare questo blog, è stato a Parigi.
Ci sono stata dal 13 al 19 aprile, sono andata a trovare una mia amica che è in erasmus lì.
E' la seconda volta che ci vado.. ma, sebbene il numero 2 sia sempre una ripetizione, per me non è stato così.. soprattuto in una cità come questa.
L'ho vissuta in modo completamente diverso: la prima volta, ci sono stata da perfetta turista.. notredame,foto,la tour eiffel,foto,place de la concorde,foto,gli champs,foto,il louvredafuori,foto...
Questa volta invece, l'ho sentita, mi sono lasciata travolgere dalla magica atmosfera e l'ho vissuta fino in fondo. Ho tanti piccoli momenti adesso che mi legano a Parigi.. non foto turistiche..


Il negozietto del "Favoloso mondo di Amelie", di frutta e verdura. L'artista di strada che ha composto per me e per la mia amica Carlotta(un bacione La Fille!),una poesia..Il proprietario del negozietto ci ha regalato le caramelle..come si fa con i bambini, che vanno alla scoperta di qualsiasi cosa, curiosano dappertutto e per tenerezza vengono "coccolati"..
e poi, non saprei descrivere l'emozione di Notre Dame quando alle 21,30 del 15 aprile siamo entrate..per la veglia di Pasqua: ho smesso di respirare per un attimo. La luce che c'era dentro proveniva solamente dalla distesa di persone, tutte sedute, che tenevano in mano una candela.. un silenzio da far commuovere. Così..non l'avevo mai vista...
Per non parlare..del cielo di Parigi.. non sai mai cosa aspettarti.. è lui che determina l'atmosfera sulla città: è fantastica, non quando c'è il sole, ma quando, quella luce particolare filtra tra i nuvoloni seri e grigi.


...inoltrandomi tra le righe

In ogni cosa ho voglia di arrivare sino alla sostanza.
Nel lavoro, cercando la mia strada,
nel tumulto del cuore.
Sino all'essenza dei giorni passati,
sino alla loro ragione,
sino ai motivi, sino alle radici,
sino al midollo.
Eternamente aggrappandomi al filo
dei destini, degli avvenimenti,
sentire, amare, vivere, pensare
effettuare scoperte.
[Boris Pasternack]
... è proprio sempresempre necessario arrivare alla sostanza?

11 maggio 2006

Il viaggio più lungo

Una volta una persona mi ha detto che il viaggio più lungo che esiste è quello che bisogna fare dalla propria testa al proprio cuore...
Il problema è il mezzo di trasporto...
Comunemente uso l'auto per viaggiare.. e anche stasera ho guidato nel buio.. ma si tratta di un viaggio diverso.
C'è una lontananza infinita tra la razionalità e il sentimento ed è il pensiero di tante cose, che accompagnava il viaggio che stavo facendo in macchina stasera..
Ad un certo punto il viaggio fisico si interrompe, quando arrivi a casa, mentre quello più difficile si trova davanti a un ostacolo da dover superare: un'altra persona ci ha lasciato.
In quel momento capisci quanto ancora una volta, un altro viaggio compone la nostra esistenza...il viaggio della nostra vita che ad un certo punto, per chi prima, per chi dopo, trova davanti a sè un semaforo rosso.
Questo semaforo ti permetterà di ripartire?

09 maggio 2006

Inizio del viaggio